Upcycle | La bici del mese di settembre è LANUEVA
Upcycle Milano Bike Café di Milano è il primo bike bistrot d'Italia
upcycle, bike café, bistrot, bike, upcycling, bar, ristorante, milano, restaurant, bici, bicicletta
3553
post-template-default,single,single-post,postid-3553,single-format-standard,theme-bridge,cookies-not-set,woocommerce-no-js,ajax_updown,page_not_loaded,,qode-title-hidden,qode_grid_1300,footer_responsive_adv,hide_top_bar_on_mobile_header,qode-content-sidebar-responsive,transparent_content,columns-3,qode-product-single-tabs-on-bottom,qode-child-theme-ver-1.0.5,qode-theme-ver-10.0,wpb-js-composer js-comp-ver-4.11.2.1,vc_responsive

La bici del mese di settembre è LANUEVA

Un progetto davvero originale che merita la vetrina della bici del mese di Upcycle.
Vieni a vederla!

Lanueva è un mezzo di trasporto a propulsione umana prodotto con materiali industriali low cost e realizzabile in minifactory da manodopera poco specializzata. Lanueva nasce dalla visione sostenibile del domani e vuole soddisfare il bisogno di mobilità crescente nei paesi del terzo mondo, in particolare dell’Africa sahariana.”

CARATTERISTICHE TECNICHE
– Materiali:
Tubi a sezione rettangolare e piatti in acciaio avvitati con viti a brugola M6 e spine elastiche. Serve solo una chiave a brugola del 5 per montare il telaio.
– Componentistica:
Lo spirito del progetto è anche incentrato sul riuso e sul riciclo, infatti molti componenti sono usati e o non funzionanti.
Il tendicatena è composto da un asta in ferro alla quale è avvitata una doppia puleggia smontata da un cambio non funzionante e adattato al progetto. I freni adottati sono di tipologia cantilever (usati nel mondo del ciclocross e delle MTB) che permettono alla ruota di calzare pneumatici più abbondanti e un più facile smaltimento del fango dal battistrada. La guarnitura, risalente agli anni ‘70, è stata modificata togliendo la corona maggiore da 52 denti e diventando così una monocorona. Le ruote sono composte da cerchi in acciaio presi da una vecchia bici da uomo sui quali sono stati raggiati dei mozzi flip flop.
Il resto della componentistica (come manopole, sella, leve freno, pipa, movimento centrale, serie sterzo…) è stata recuperata da biciclette in disuso.
– Peso:
Il peso del telaio più forcella è di circa 13Kg (21Kg per la bici completa) e può considerarsi un peso elevato ma accettabile considerando l’economicità del
mezzo: il costo del ferro (circa 1,5€/Kg) permette di ottenere un telaio al costo di 20-25€ (esclusa la manodopera).
– Tecnica di produzione/innovazione:
Lanueva è un progetto che nasce dal panorama offerto nel workshop “a place in the sun” tenuto dal professore Emmanuele Villani (Politecnico di Milano, Design del prodotto per l’innovazione). Il workshop ha avuto come punto di partenza un ipotetico viaggio nel 2025, attraverso il deserto, senza strade, senza case, senza cibo; in una visione che sembra apocalittica ma che di fatto è la quotidianità in alcune zone del mondo, in particolara nell’Africa sahariana.
Lanueva è figlia di questa vision e si tratta di una bicicletta progettata per quelle zone del mondo caratterizzate da grande povertà diffusa, scarsità di mezzi
produttivi industriali, assenza di trasporti pubblici, mancanza di reti stradali adeguate e in generale un forte bisogno di mobilità. Le scelte progettuali sono
quindi atte ad ottenere una bicicletta resistente, economica e che si possa produrre, manutentare e riparare con pochi utensili (possibilmente non energivori) direttamente dagli stessi utenti in piccole officine o botteghe di artigiani secondo le istruzioni fornite.
La Nueva è una bicicletta che converte il lavoro umano in movimento, è caratterizzata dalla bassa complessità delle soluzioni tecniche che ne facilitano l’uso e la manutenzione. Infatti la soluzione adottata per la trasmissione è il “giroruota”: l’utente usa il pignone di diametro minore per i tratti in pianura e poi, appena la strada (o il sentiero) accenna a salire, scende, smonta i dadi che bloccano il mozzo al telaio e gira la ruota, portando la catena sul pignone più grande e tensionandola automaticamente con il tendicatena. Dopodiché serra il tutto e riparte. Il sistema flip-flop ha dei limiti tecnologici (nonostante l’applicazione dei dadi a farfalla per facilitare lo smontaggio) rispetto al cambio di rapporto senza scendere dalla bicicletta ma in un contesto di povertà il cambio “giroruota” è il metodo più sicuro e indistruttibile per modificare il rapporto. Oltretutto, non essendoci il cambio, si evita l’acquisto, la manutenzione e l’eventuale rottura del cambio e dei comandi del cambio (con relativi cavi e guaine).
Il telaio è progettato per ospirtare ruote da 28” ma è possibile, spostando i perni dei freni, montare ruote di diametro maggiore e inferiore; questo è dovuto al fatto che i perni non sono saldati al telaio ma sono avvitati su fori che possono essere fatti ad hoc per i vari diametri della ruota.
Il carro posteriore del telaio è composto da un forcellone in stile “motociclistico” per consentre di poter rimuovere la catena senza doverla smagliare per estrarla dal triangolo del carro. Per facilitare la fase di produzione la maggior parte dei tubi sono perpendicolari tra loro in modo tale da usare unicamente delle squadre per trovare l’angolazione corretta dei tubi. Infine se si considera la possibilità che l’officina dell’Africa subsahariana non abbia qualche strumento di produzione va considerato che “la necessità aguzza l’ingegno” e a volte non serve avere tutti gli strumenti ma solo l’ingegno per risolvere problemi con soluzioni alternative.

Produttore: Federico Baretta, designer e ciclista
Anno di produzione: 2017
Luogo di produzione: Cesano Maderno (MB)
Contatti: fedebaretta@libero.it