Che cosa hanno in comune, a parte la loro tragica fine, Socrate, il filosofo ateniese che insegnava con il dialogo a “tirar fuori” le idee, e Marco Pantani, il Pirata, che andava più forte degli altri in salita per accorciare l’agonia? E che cosa rende le fatiche di Gino Bartali simili all’ascesi medievale e quelle di Fausto Coppi al meccanicismo cartesiano?
Le biciclette sembrano indicare alle persone la strada della felicità e delle bellezza. Come fa da millenni la filosofia. Di questa cosa ne è talmente convinto il professor Walter Bernardi che, in tempi non sospetti, molto prima dei Mondiali, ci ha scritto un libro: La filosofia va in bicicletta. Socrate, Pantani e altre fughe (edicicloeditore, 176 pagine, 14,50 euro).
Oggi i naturali discepoli di Socrate potrebbero essere, anche se non se ne rendono conto, solo le centinaia di migliaia di ciclisti e cicloamatori che, in ogni paese e a tutte le latitudini, interpretano la vita cavalcando un sellino e guardando il mondo dalla prospettiva dei pedali. Ci deve essere per forza qualcosa di filosofico, un impeto di sano idealismo, nell’animo di quanti affrontano i quarantotto tornanti dello Stelvio e le pendenze superiori al venti per cento del Mortirolo, del Giau e della Marmolada. […]
Giovedì 27 Febbraio ore 19
La filosofia va in bicicletta. Socrate, Pantani e altre fughe
con Walter Bernardi, professore di storia della filosofia all’Università di Siena
e con Gino Cervi, edicicloeditore